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lunedì 28 febbraio 2011

Lettera aperta al Sindaco di Spoleto

inceneritore

Corsi e ricorsi: è sempre la stessa storia!



Biomasse e partecipazione



 E' da tempo che gira voce a Spoleto della realizzazione di tre impianti di cogenerazione a Madonna di Lugo. Hanno chiesto chiarimenti anche i consiglieri Petrini e Cretoni all'ultimo consiglio comunale con un'interrogazione alla maggioranza.



Alla richiesta dei due consiglie...ri di avere chiarimenti urgenti circa gli intendimenti dell'Amministrazione Comunale in merito alla realizzazione di un impianto a biomasse in Spoleto loc. Madonna di Lugo, in particolare se l'amministrazione intendesse assicurare una partecipazione con la città, l'assessore competente risponde sostanzialmente che l’amministrazione era al corrente del progetto e come da accordi la partecipazione doveva essere svolta direttamente dalla ditta proponente.


Ma come la partecipazione e l'informazione ai cittadini la fa la ditta proponente? Ma l'amministrazione si ricorda che tra i suoi principali compiti c'è quello di garantire l’interesse pubblico e della collettività e che spesso questo non coincide con quello privato? Si ricorda che deve garantire la sostenibilità ambientale e sociale, nonché la salute dei cittadini e che deve salvaguardare l’integrità ed il valore del territorio?



Pensavamo che la vicenda dell'impianto a biomasse di Santo Chiodo e l’ultima aspra polemica sulla mancata partecipazione promessa e mai fatta sull’impianto termovalorizzatore di pollina, avessero fatto comprendere all'Amministrazione che i processi partecipativi sono fondamentali per garantire democrazia, trasparenza e informazione ai cittadini e che i cittadini devono essere sempre coinvolti nei progetti che interessano la collettività.

Ma non c'è “due senza tre” ed infatti ci si ritrova sempre con la stessa storia! A Spoleto si realizza l'ennesimo impianto senza che nessuno sia stato minimamente coinvolto, in primis gli abitanti della zona.



Anche Legambiente, raccolta qualche segnalazione di cittadini allarmati, ha chiesto all’Amministrazione la documentazione del progetto.



E purtroppo non solo non c'è stata nessuna partecipazione e informazione ai cittadini, ma ci troviamo di fronte ad una vera e propria “ furbata”!

Infatti saranno realizzati 3 impianti di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e termica della potenza di 995 kwe ciascuno, vicini tra loro dal momento che insistono tutti nella stessa area in località Madonna di Lugo, proposti da tre ditte che fanno capo a persone appartenenti allo stesso nucleo familiare. Insomma un grande impianto da 3 Mw, spezzettato in impiantini apparentemente autonomi.



Bruceranno olii di diverso tipo: jatropha, olio di palma, girasole, colza e soia. Non se ne conosce la provenienza ma sicuramente non sarà locale, dal momento che per alimentarli occorrerebbero circa 4.500 ettari di terreno per avere colture sufficienti per la produzione degli oli vegetali da bruciare.



In mancanza di qualsiasi presentazione pubblica del progetto, di seguito esponiamo le nostre prime osservazioni.



L'elusione normativa in materia di autorizzazioni.

Si sta verificando da più parti che per aggirare la normativa sulla VIA - Valutazione di Impatto Ambientale, si fa ricorso alla presentazione di più domande di autorizzazione, frammentando così il progetto in tanti micro progetti a cui non si applica la VIA.



Ciò è proprio la furbata che è successa a Spoleto si è elusa la normativa che per impianti di 3 MW richiede la procedura della Valutazione Impatto Ambientale suddividendo l’intervento in tre diversi progetti.

Difatti gli impianti sotto 1000 kWe beneficiano di una procedura semplificata. Se l’impianto fosse stato di 3 Mw sarebbe stato sottoposto ad un disciplina più stringente e che avrebbe dato maggiori garanzie sia all'amministrazione, che ai dei cittadini.



Dal momento che è così evidente che la scelta di realizzare tre impianti invece che uno solo è stata dettata soltanto dalla volontà di procedere più speditamente e con una procedura amministrativa più semplice, il Sindaco, autorità competente in materia della salute dei cittadini e garante dell’interesse pubblico, poteva comunque trovare il modo di far sottoporre l’impianto alla VIA.



Non è solo un problema di metodo! Abbiamo forti perplessità anche nel merito del progetto.





Il bilancio energetico e ambientale

Questi tipi di impianti hanno senso come prevede anche la normativa regionale in corso di approvazione definitiva se le biomasse vengono reperito entro uno stretto raggio , altrimenti se si importa la materia prima il trasporto a lunga distanza può determinare l'insostenibilità dell'intera filiera (ossia il suo bilancio energetico e ambientale).



Non solo, sulle oleaginose, il principale fattore di emissioni e di consumo di combustibili fossili è di gran lunga la fase di coltivazione (consumi di erbicidi, pesticidi, fertilizzanti, lavorazioni meccaniche, consumi idrici), che nel nostro caso arriva a incidere anche per l'80% sull'impatto dell'intera filiera (trasporti e consumo energetico compresi). Questo significa che anche una filiera cortissima, se basata su metodi intensivi di coltivazione, può fare danni e non essere conveniente in termini di bilancio ambientale ed energetico.



Impatto sulla salute e sul territorio

Non ci pare troppo approfondito nel progetto la parte relativa alle emissioni. Va ricordato che negli inventari europei delle emissioni di diossine e idrocarburi policiclici aromatici, il primato assoluto spetta proprio alla combustione di biomasse.

L’ARPA si limita ad indicare l’obbligo del rispetto dei limiti delle emissioni di legge. Sono i limiti previsti per un impianto di 3 Mw o di impianti sotto 1Mw?

Nel progetto i proponenti dichiarano che con il sistema di abbattimento delle emissioni ipotizzato i risultati dovrebbero (così è scritto dalla relazione) essere quelli richiesti dall’ARPA. La materia merita sicuramente un maggiore approfondimento .

Gli impianti complessivamente hanno bisogno annualmente di 6.240 tonnellate di olio da trasportare approssimativamente con 200 viaggi. E' stata preso in considerazione questo dato, anche in riferimento alla rete viaria esistente?



Mancata informazione della popolazione

In ogni caso, crediamo che non si possono prendere decisioni così rilevanti per una comunità senza coinvolgere i cittadini, soprattutto per quando riguarda la salute, l’ambiente in cui viviamo, la qualità della vita. Un coinvolgimento della nostra collettività, la partecipazione del popolo alle decisioni del proprio territorio è un principio imprescindibile e un diritto che ci viene dalla nostra Costituzione e dal voto.



L'Amministrazione si è dimenticata che il Comune di Spoleto ha aderito alla Carta di Aarhus, la Convenzione che stabilisce il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei cittadini indispensabile per assicurare a tutte le generazioni, presenti e future, il diritto a vivere in un ambiente pulito e salutare, sottoscritta da 39 Paesi e dalll'Unione Europea ad Aarhus in Danimarca il 25 Giugno 1998, ratificata poi dalla Legge n. 108 del 16 marzo 2001?

E che ha anche promosso l'AGENDA 21 Locale, ed ha l’ambizione di certificarsi EMAS?

Strumenti che si basano tutti sul principio della partecipazione delle comunità locale al governo del territorio.





Conclusioni



E' fondamentale che le rinnovabili siano sviluppate per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e per combattere i cambiamenti climatici, ma queste devono essere fatte bene e devono portare realmente un vantaggio a tutti e non solo a chi le realizza, che si trova a beneficiare di non meno di 0,28 cent/kWh se l'olio proviene da filiera certificata secondo le regole della UE o di 0,18 cent/kWh se l'olio proviene da paesi non UE.

L’impianto può rendere approssivativamente , al netto dei costi di investimento, dai 3 ai 4 milioni di euro in 15 anni.

Infatti gli impianti cogenerativi di taglia non superiore a 1 MW, alimentati con olio vegetale, rappresentano una forma di investimento particolarmente interessante.

Gli impianti non porteranno alcun beneficio al territorio, in quanto, per esempio, non si prevede neanche la possibilità di realizzare il teleriscaldamento nell'area limitrofa con l'energia termica che verrà prodotta, ma solo un possibile rischio per la salute e diminuzione del valore commerciale degli immobili adiacenti.



Va inoltre considerato che se il progetto fosse stato presentato ora, con le Linee guida regionali in materia di energie rinnovabili, recentemente preadottate, di fatto i tre progetti proposti sarebbero stati bocciati difatti nel capitolo riferito alle biomasse si dice testualmente: per ridurre l'impatto ambientale, favorire lo sviluppo della cosiddetta filiera corta nonché assicurare la tracciabilità della provenienza dei materiali è necessario che l'impianto sia di piccole dimensioni ed utilizzi biomasse locali, evitando in questo modo anche il trasporto da luoghi lontani. Conseguentemente il bacino di produzione della biomassa è strettamente connesso alla localizzazione dell'impianto. Tale bacino è individuato da un raggio massimo di km. 30 dal sito ove è ubicato l'impianto.



Questo tipo di impianti quindi non rappresentano un modello energetico sostenibile.



Come non è più sostenibile le modalità con cui questa Amministrazione gestisce temi di rilevanza ambientale come questo.



Da parte nostra valuteremo attentamente con il nostro centro di Azione Giuridica la possibilità di ricorrere al TAR.

Da subito, chiediamo all'Amministrazione Comunale, fino ad ora colpevolmente assente sulla materia di ritirare gli atti adottati in autotutela, ed avviare immediatamente il percorso di informazione ai cittadini e di conoscenza del progetto.



Spoleto, 25 febbraio 2011



Legambiente Spoleto




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